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Il tempo

In questi anni della mia vita non ho molto tempo libero per dare spazio e continuità ai miei progetti creativi. Perché ci sarebbero anche loro...ma tra lavoro, famiglia, casa, non riesco a dedicare il tempo giusto.


Quando ero molto più giovane, anni dell'università compresi, avevo una marea di tempo libero, mi annoiavo e mi struggevo per trovare un'occupazione che mi desse l'idea di fare qualcosa di utile per la società. In questi anni ero convinta che la fotografia sarebbe sempre stata al centro della mia vita. Mi stupivo di chi, appassionato, aveva smesso. Come si poteva smettere di fare qualcosa che si amava?

Quando ho cominciato a lavorare a tempo pieno probabilmente mi sentivo molto stanca quando non lavoravo, e riuscivo a fare qualcosa, ma poco. In effetti alcuni progetti li ho fatti, come 5 anni e Second Life.

Da quando ho i bambini devo fare davvero lottare con me stessa per "ritagliare" del tempo (che brutta espressione), imponendomi degli obiettivi senza i quali non riuscirei a legittimare il fatto di fare certe cose che apparentemente "non hanno uno scopo". Proprio questo è il punto. Non mi consento facilmente di divagare, di stare, senza un fine preciso. E sento sempre l'assillo delle cose che devo correre a fare subito dopo. Ora, per esempio, Daniele e i bambini sono in piscina, torneranno affamati, ho poco tempo per scrivere questo post, e la mente si distrae a pensare a cosa cucinare poi.


Ma quello che volevo dire sul tempo, e sulle foto, è un'altra cosa.

Ci sono foto che sembrano mitiche appena nate; altre, lo diventano con il tempo. La distanza che sentiamo da chi eravamo allora, dalla nostra vita, dalle sensazioni belle e brutte che avevamo, dalle condizioni esterne, può essere abissale e riportarci addirittura ad altre epoche. Eravamo sempre noi, e adoro ritrovare nelle foto del passato le tracce invariate delle nostre personalità, nelle nostre posture. Eravamo i noi che non sapevano ancora cosa sarebbe accaduto dopo, con tutto il nostro carico di sogni, aspettative, paure, programmi, certezze. E rivedere questi noi mi fa sia tenerezza sia tristezza. Per l'ingenuità e la fragilità, in fondo, dell'essere umano, ma anche per l'amore che ognuno cerca di mettere nella realizzazione della propria vita. Questa parte buona è quella che voglio fare emergere.


E allora in questo post, che sta per finire, metterò alcune foto scattate con la reflex analogica tra settembre 2021 e gennaio 2022. Foto che sono già storiche, forse perché il bianco e nero accentua questa caratteristica di lontananza temporale, sottolinea maggiormente le espressioni, è più vero.

 



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